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Pubblicata per la prima volta nel 1898, "La Ballata del carcere di Reading" è un'opera che non si lascia classificare. Poema sull'amore maledetto, storia gotica con spettri e catene, via Crucis e Passione di un uomo, la Ballata è anche denuncia contro la pena di morte e poesia militante contro la violenza della prigione. Sono versi che parlano a tutti - galeotti e secondini, folli e farabutti - con la verità del dolore e la pietà per un destino comune. Una ballata carceraria in una nuova traduzione che, pur mantenendosi fedele all'universo lessicale impiegato dal poeta, prova a far risuonare anche in italiano il ritmo cadenzato e le rime alternate dell'originale. Distrutto da uno scandalo sessuale e da una condanna a due anni di lavori forzati, Oscar Wilde subì dalla società vittoriana una chiusura feroce: il suo nome venne tolto non solo dai cartelloni dei teatri londinesi, ma anche ai suoi figli. Scelse allora di firmare quest'opera soltanto con la sigla C.3.3., il numero della cella a lui assegnata nel carcere di Reading. Le belle xilografie di Frans Masereel, pubblicate ora per la prima volta in Italia, furono realizzate per un'edizione illustrata uscita in Germania nel 1923.